giovedì 30 novembre 2023

Violenza sulle donne: i numeri in Italia e i segnali cui prestare attenzione


La violenza sulle donne continua inesorabile la sua escalation. 
Ad oggi, le vittime di femminicidio dall’inizio del 2023 sono ben 107. 
Ma a questo da
to, già di per sé spaventoso, se ne aggiunge un altro, quello delle donne che subiscono violenza ogni giorno all’interno delle mura domestiche o, comunque, da parte di un uomo che avrebbe dovuto amarle ma si rivelato nel peggiore dei carnefici. 
In questo contesto, quindi, la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, che si celebra il 25 novembre, assume un significato ancor più forte.

Violenza sulle donne in Italia e nel mondo

Secondo l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, la violenza contro le donne è uno dei principali problemi di salute pubblica. Nel mondo, infatti, 1 donna su 3 ha subìto violenza sessuale o fisica nel corso della propria vita. In Italia le donne che arrivano in pronto soccorso, dopo aver subito una violenza, possono trovare un percorso protetto che garantisce cura, sicurezza e orientamento ai servizi antiviolenza per se stesse e i figli minori. Secondo i dati del Ministero della Salute, circa l’8,6 % delle donne vittime di violenza che si rivolge al pronto soccorso, vi accede più di una volta. Dal 2017 sono in vigore le Linee guida “Percorso per le donne che subiscono violenza”, che forniscono alle aziende sanitarie e ospedaliere strumenti operativi per riconoscere la violenza e identificare tutti i suoi aspetti e protagonisti, supportare la vittima, stimare il rischio per la sua tutela, documentare con precisione la violenza, informare e indirizzare la donna.

Accesso al pronto soccorso in aumento

«Il nostro servizio sanitario mette a disposizione di tutte le donne una rete capillare di servizi sul territorio e il pronto soccorso è il luogo dove è possibile intercettare la vittima di violenza perché è qui che si cerca il primo intervento sanitario.
 Come emerge dai dati del Sistema Emur per il monitoraggio dell’assistenza in emergenza-urgenza nel 2022 in Italia sono stati 14.448 gli accessi di donne in pronto soccorso con indicazione di violenza, con un aumento del 13% rispetto al 2021. 
E’ dunque fondamentale garantire percorsi di assistenza adeguati e una appropriata formazione degli operatori sanitari affinché possano riconoscere, assistere e indirizzare tempestivamente per la presa in carico nei percorsi delle apposite reti territoriali i casi di violenza sulle donne che si presentano al pronto soccorso», spiega il Ministro della Salute, Orazio Schillaci.

La necessità di un cambiamento culturale e sociale

«Il femminicidio è la punta dell’iceberg. Secondo i dati Istat, il 13% delle donne subisce violenza. Ciò significa che 2 uomini su 10 sono violenti. 
Non si tratta quindi di una patologia individuale, è un qualcosa di molto più strutturale, per cui va messo in campo un vero e proprio cambiamento culturale e sociale.
 Uomini e donne vogliono le stesse cose: amare ed essere amati, essere rispettati, ricevere attenzioni. 
Eppure sembrerebbe che agli uomini sia stato consegnato un libretto delle istruzioni a rovescio. 
Si insegna loro, fin da piccoli, a non sentire emozioni, se non la rabbia, ad occuparsi degli altri e proteggerli, ad avere successo, a non essere deboli o fragili.
 Questi insegnamenti creano danni enormi nelle relazioni», sottolinea la Dottoressa Alessandra Pauncz, psicologa e psicoterapeuta e Presidente CAM, Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti.

I campanelli d’allarme

Quali sono i segnali cui una ragazza, una donna o la sua famiglia dovrebbero prestare attenzione prima che sia troppo tardi? «In primis a qualsiasi tipo di sofferenza. 
I comportamenti a rischio che un ragazzo o un uomo mettono in atto comportano sempre una privazione, ad esempio della libertà, delle reti sociali. E le cose che limitano creano una sofferenza.
 Quindi, se l’uomo fa cose che fanno stare male, occorre capire cosa sta succedendo. Altro allert è la colpevolizzazione: lui fa cose che fanno stare male la donna e le dice: “È colpa tua”. Altro segnale è il controllo.
 Specie tra i ragazzi c’è l’usanza di scambiarsi la password per controllarsi i social a vicenda. 
Ma è una pratica assolutamente sbagliata: è importante mantenere degli spazi di autonomia propria e riconoscere gli spazi dell’altro. 
Attenzione anche alla gelosia ossessiva che condiziona e che sfocia nel “non devi fare questa o quella cosa”», mette in guardia la Dottoressa Pauncz.

Ultimo appuntamento sì o no?

«Si parla sempre dell’ultimo appuntamento e ci si raccomanda di non andarci mai.
 Ma generalizzare sembra disumano. 
Tutte le relazioni, o quasi, si chiudono con un momento di confronto, che è strutturale alla fine del rapporto.
 Quindi non andare mai a rincontrare una persona con cui si ha avuta una relazione è un po’ assurdo.
 Certo, all’ultimo appuntamento non si deve andare se si ha paura o se ci si sente a disagio. 
O per lo meno mai andarci da sole, magari farsi accompagnare da un’amica e incontrarsi in un luogo pubblico in modo da essere al sicuro», conclude l’esperta.

mercoledì 29 novembre 2023

T O P R A D I O: Recuperiamo un buon riposo, dormire bene per viver...

T O P R A D I O: Recuperiamo un buon riposo, dormire bene per viver...: I dati parlano chiaro: si dorme meno e peggio. Come migliorare la routine del riposo per un sonno di qualità? I consigli degli esperti e gli...

Recuperiamo un buon riposo, dormire bene per vivere meglio.


I dati parlano chiaro: si dorme meno e peggio. Come migliorare la routine del riposo per un sonno di qualità? I consigli degli esperti e gli aiuti dalla tecnologia.

Problemi ad addormentarsi, risvegli notturni, sonni agitati… I disturbi legati alla qualità del sonno sono in crescente aumento e, se cronicizzati, tendono a inficiare significativamente la qualità della vita di molte persone.

Le ultime ricerche, tra cui uno studio condotto da Samsung volto ad analizzare 716 milioni di notti di sonno in tutto il mondo, sottolineano quanto sia complicato per molti avere una buona igiene del sonno e ottenere una qualità soddisfacente.

A livello globale, infatti, la durata media del sonno è diminuita da 7 ore e 3 minuti a 6 ore e 59 minuti, scendendo al di sotto della soglia minima di 7 ore raccomandata dalla National Sleep Foundation, mentre il tempo di veglia durante il sonno è aumentato di 1,3 minuti a notte. Questo ha portato a una diminuzione dell’efficienza del sonno e, sebbene tutti ne siano impattati, le donne e le generazioni più anziane subiscono il calo più netto. Si tratta di una tendenza globale, in cui l’Italia assume il podio tra i Paesi europei con la durata del sonno più breve.

Il nostro riposo notturno è di qualità?

Sempre più persone danno priorità al sonno come aspetto fondamentale per la salute. Il crescente interesse per il sonno è evidente dalle recenti tendenze osservate con l’app Samsung Health. Negli ultimi due anni si è registrato un aumento del 182% del numero di utenti che hanno monitorato attivamente il sonno almeno una volta alla settimana per un anno. Eppure, nonostante questo, la domanda rimane: il nostro riposo notturno è di qualità? I dati parlano chiaro e la risposta è che la qualità del riposo è in calo. Il mondo sta affrontando un vero e proprio problema legato al dormire.

Dormire bene per vivere meglio: come recuperare un buon riposo anche grazie alla tecnologia

I dati parlano chiaro: si dorme meno e peggio. Come migliorare la routine del riposo per un sonno di qualità? I consigli degli esperti e gli aiuti dalla tecnologia

di LIDIA PREGNOLATO

Problemi ad addormentarsi, risvegli notturni, sonni agitati… I disturbi legati alla qualità del sonno sono in crescente aumento e, se cronicizzati, tendono a inficiare significativamente la qualità della vita di molte persone.

Riposo e buon sonno: su TikTok la tecnica dei 2 minuti per addormentarsi

Le ultime ricerche, tra cui uno studio condotto da Samsung volto ad analizzare 716 milioni di notti di sonno in tutto il mondo, sottolineano quanto sia complicato per molti avere una buona igiene del sonno e ottenere una qualità soddisfacente.


A livello globale, infatti, la durata media del sonno è diminuita da 7 ore e 3 minuti a 6 ore e 59 minuti, scendendo al di sotto della soglia minima di 7 ore raccomandata dalla National Sleep Foundation, mentre il tempo di veglia durante il sonno è aumentato di 1,3 minuti a notte. Questo ha portato a una diminuzione dell’efficienza del sonno e, sebbene tutti ne siano impattati, le donne e le generazioni più anziane subiscono il calo più netto. Si tratta di una tendenza globale, in cui l’Italia assume il podio tra i Paesi europei con la durata del sonno più breve.

Sempre più persone danno priorità al sonno come aspetto fondamentale per la salute. Il crescente interesse per il sonno è evidente dalle recenti tendenze osservate con l’app Samsung Health. Negli ultimi due anni si è registrato un aumento del 182% del numero di utenti che hanno monitorato attivamente il sonno almeno una volta alla settimana per un anno. Eppure, nonostante questo, la domanda rimane: il nostro riposo notturno è di qualità? I dati parlano chiaro e la risposta è che la qualità del riposo è in calo. Il mondo sta affrontando un vero e proprio problema legato al dormire.


A fare sogni d’oro, in Europa, sono gli abitanti dei Paesi Bassi, seguiti da Francia e Regno Unito. L’Italia, in compagnia di Spagna e Polonia, si posiziona invece in fondo alla classifica. La statistica ci dice anche che, in generale, la carenza di sonno è più alta tra i ventenni, quasi il doppio rispetto agli anziani di 70 anni e nel nostro continente ci mancano ben 46 minuti di riposo notturno.


Contare i pinguini, non le pecore

Nel tentativo di ottenere una visione più approfondita dei modelli di sonno prevalenti a livello globale, Samsung ha deciso di analizzare e classificare le varie tipologie di persone in modo simbolico con gli ‘animali del sonno’. Ognuno di questi rappresenta un pattern di riposo diverso, con caratteristiche uniche relative alla durata, alla continuità e al tempo di veglia, tutti fattori che influenzano la qualità del sonno.

È interessante notare che la maggior parte degli individui in tutto il mondo si è identificata maggiormente con gli stili di sonno dei ‘pinguini nervosi’, che comprendono un terzo dei partecipanti. Essi mantengono ritmi circadiani sani, ma subiscono spesso interruzioni durante il sonno, contribuendo a diminuire la sua efficienza.

In controtendenza rispetto al resto del mondo, l’Argentina, la Spagna e la Turchia sono in maggioranza ‘ricci sensibili’, il che significa che possono essere più attivi di notte mentre dormono di più durante le ore diurne, come in una normale siesta.

Gli utenti più anziani hanno registrato percentuali più elevate (quasi il 40%) di ‘cervi cauti’, ovvero persone con una durata del sonno più breve e tempi di veglia più elevati. Una percentuale quasi 10 volte superiore a quella dei ventenni. Questi ultimi, oltre ad avere una maggiore rappresentanza di ‘ricci sensibili’, hanno visto anche un maggior numero di ‘talpe avverse al sole’ rispetto ai gruppi di età più avanzata.

Sonno e longevità: che rapporto c’è?

Un recente studio su sonno e longevità condotto dalla Harvard Medical School e pubblicato sulla rivista Sleep ha rilevato che la regolarità del sonno, ovvero andare a letto e svegliarsi a orari costanti con poche interruzioni a metà sonno, conta più della durata. Dormire sei ore ogni notte con un orario costante è stato associato a un rischio minore di morte precoce rispetto a dormire otto ore con abitudini molto irregolari.

Questo studio si aggiunge alla crescente comprensione dei legami tra sonno e longevità. Le ricerche degli ultimi anni hanno dimostrato non solo quanto il sonno sia importante per la salute e la durata della vita, ma anche che la durata del sonno non è l’unica cosa che conta.

Qualità del sonno: come migliorarla

Fatta eccezione per i pochi casi di carenza di sonno patologico dove è necessario l’intervento medico, è possibile migliorare la qualità del sonno attraverso buone pratiche, il cambiamento di alcune abitudini e facendosi aiutare dalla tecnologia (vedi gallery qui sopra).

Ne Il manuale del sonno (Edizioni Lswr) tre autori tra i massimi esperti in Italia del sonno – Antonio Grasso, Francesca Milano e Giulia Milioli – offrono un programma completo di poche settimane che punta a scardinare le nostre cattive abitudini per crearne di nuove. Inoltre, svelano tanti segreti per un sonno ottimale, partendo per esempio dalle attività pre-sonno e da come allestire e predisporre la camera da letto.

Dormire bene per vivere meglio: come recuperare un buon riposo anche grazie alla tecnologia

I dati parlano chiaro: si dorme meno e peggio. Come migliorare la routine del riposo per un sonno di qualità? I consigli degli esperti e gli aiuti dalla tecnologia

di LIDIA PREGNOLATO

Problemi ad addormentarsi, risvegli notturni, sonni agitati… I disturbi legati alla qualità del sonno sono in crescente aumento e, se cronicizzati, tendono a inficiare significativamente la qualità della vita di molte persone.


Riposo e buon sonno: su TikTok la tecnica dei 2 minuti per addormentarsi

Le ultime ricerche, tra cui uno studio condotto da Samsung volto ad analizzare 716 milioni di notti di sonno in tutto il mondo, sottolineano quanto sia complicato per molti avere una buona igiene del sonno e ottenere una qualità soddisfacente.

A livello globale, infatti, la durata media del sonno è diminuita da 7 ore e 3 minuti a 6 ore e 59 minuti, scendendo al di sotto della soglia minima di 7 ore raccomandata dalla National Sleep Foundation, mentre il tempo di veglia durante il sonno è aumentato di 1,3 minuti a notte. Questo ha portato a una diminuzione dell’efficienza del sonno e, sebbene tutti ne siano impattati, le donne e le generazioni più anziane subiscono il calo più netto. Si tratta di una tendenza globale, in cui l’Italia assume il podio tra i Paesi europei con la durata del sonno più breve.

Il nostro riposo notturno è di qualità?

Sempre più persone danno priorità al sonno come aspetto fondamentale per la salute. Il crescente interesse per il sonno è evidente dalle recenti tendenze osservate con l’app Samsung Health. Negli ultimi due anni si è registrato un aumento del 182% del numero di utenti che hanno monitorato attivamente il sonno almeno una volta alla settimana per un anno. Eppure, nonostante questo, la domanda rimane: il nostro riposo notturno è di qualità? I dati parlano chiaro e la risposta è che la qualità del riposo è in calo. Il mondo sta affrontando un vero e proprio problema legato al dormire.

A fare sogni d’oro, in Europa, sono gli abitanti dei Paesi Bassi, seguiti da Francia e Regno Unito. L’Italia, in compagnia di Spagna e Polonia, si posiziona invece in fondo alla classifica. La statistica ci dice anche che, in generale, la carenza di sonno è più alta tra i ventenni, quasi il doppio rispetto agli anziani di 70 anni e nel nostro continente ci mancano ben 46 minuti di riposo notturno.

Contare i pinguini, non le pecore

Nel tentativo di ottenere una visione più approfondita dei modelli di sonno prevalenti a livello globale, Samsung ha deciso di analizzare e classificare le varie tipologie di persone in modo simbolico con gli ‘animali del sonno’. Ognuno di questi rappresenta un pattern di riposo diverso, con caratteristiche uniche relative alla durata, alla continuità e al tempo di veglia, tutti fattori che influenzano la qualità del sonno.


È interessante notare che la maggior parte degli individui in tutto il mondo si è identificata maggiormente con gli stili di sonno dei ‘pinguini nervosi’, che comprendono un terzo dei partecipanti. Essi mantengono ritmi circadiani sani, ma subiscono spesso interruzioni durante il sonno, contribuendo a diminuire la sua efficienza.

In controtendenza rispetto al resto del mondo, l’Argentina, la Spagna e la Turchia sono in maggioranza ‘ricci sensibili’, il che significa che possono essere più attivi di notte mentre dormono di più durante le ore diurne, come in una normale siesta.

Gli utenti più anziani hanno registrato percentuali più elevate (quasi il 40%) di ‘cervi cauti’, ovvero persone con una durata del sonno più breve e tempi di veglia più elevati. Una percentuale quasi 10 volte superiore a quella dei ventenni. Questi ultimi, oltre ad avere una maggiore rappresentanza di ‘ricci sensibili’, hanno visto anche un maggior numero di ‘talpe avverse al sole’ rispetto ai gruppi di età più avanzata.

Sonno e longevità: che rapporto c'è?

Un recente studio su sonno e longevità condotto dalla Harvard Medical School e pubblicato sulla rivista Sleep ha rilevato che la regolarità del sonno, ovvero andare a letto e svegliarsi a orari costanti con poche interruzioni a metà sonno, conta più della durata. Dormire sei ore ogni notte con un orario costante è stato associato a un rischio minore di morte precoce rispetto a dormire otto ore con abitudini molto irregolari.

Questo studio si aggiunge alla crescente comprensione dei legami tra sonno e longevità. Le ricerche degli ultimi anni hanno dimostrato non solo quanto il sonno sia importante per la salute e la durata della vita, ma anche che la durata del sonno non è l’unica cosa che conta.

Qualità del sonno: come migliorarla

Fatta eccezione per i pochi casi di carenza di sonno patologico dove è necessario l’intervento medico, è possibile migliorare la qualità del sonno attraverso buone pratiche, il cambiamento di alcune abitudini e facendosi aiutare dalla tecnologia.

Nel manuale del sonno (Edizioni Lswr) tre autori tra i massimi esperti in Italia del sonno – Antonio Grasso, Francesca Milano e Giulia Milioli – offrono un programma completo di poche settimane che punta a scardinare le nostre cattive abitudini per crearne di nuove. Inoltre, svelano tanti segreti per un sonno ottimale, partendo per esempio dalle attività pre-sonno e da come allestire e predisporre la camera da letto.

Tra ciò che è suggerito fare e non fare prima di coricarsi alcuni consigli includono la necessità di imparare a distaccarsi dai pensieri delle cose avvenute durante la giornata o circa quanto si è programmato per il giorno successivo.

Un bagno caldo con oli essenziali – quello alla lavanda è ideale – può invece preparare al meglio il nostro corpo al riposo. Questo, inoltre, farà in modo che entrando nelle lenzuola fresche si abbassi velocemente la temperatura corporea per sbalzo termico e l’addormentamento sia quindi facilitato.

Anche ascoltare musica rilassante aiuta a calmare la nostra mente e predisporla al buon sonno: da uno studio su 651 soggetti, il 32% ascolta musica classica per poter riposare meglio, l’11% musica rock e il 7% la pop e acustica.

Camera da letto: come deve essere per farci dormire meglio

Fondamentale, poi, è anche il luogo preposto al riposo. Nella camera da letto stop a TV, smartphone e PC perché non aiutano a distaccare la mente. La camera dove si dorme non deve contenere cose inutili, che possano attivare la mente, e le pareti dovrebbero essere di colori chiari e neutri, che possano ricordare la natura.

Il dress code?

 Meglio indossare qualcosa senza bottoni o elastici troppo stretti, evitare le cerniere e scegliere tessuti naturali che non facciano sudare, ma neanche sentire freddo, perché entrambe le cose potrebbero causare micro-risvegli e influire sulla continuità del sonno.










lunedì 27 novembre 2023

T O P R A D I O: Buon 2024 secondo il tuo segno zodiacale?

T O P R A D I O: Buon 2024 secondo il tuo segno zodiacale?: Nel 2024, non partire come un'auto da corsa. Prenditi il tempo necessario per stendere il tappeto rosso per le tue ambizioni. Come uno c...

Buon 2024 secondo il tuo segno zodiacale?

Nel 2024, non partire come un'auto da corsa. Prenditi il tempo necessario per stendere il tappeto rosso per le tue ambizioni. Come uno chef stellato che prepara la sua ricetta magica, fai emergere il tuo talento. Lascia sobbollire i tuoi progetti, aggiungi un pizzico di pazienza e un cucchiaio di perseveranza. La seconda metà dell'anno sarà abbagliante, una vera e propria esplosione di sapori e di successi. Ricorda che il benessere è una corsa di lunga durata, non uno sprint. Prenditi cura di te stesso, nutri il tuo corpo e la tua mente e sarai pronto a brillare.Per saperne di più, scopri l'oroscopo dell'Ariete 2024. Per aiutarti ad avere un 2024 felice e prospero, ecco i miei consigli e trucchi per ogni segno zodiacale. Tienili in un angolo della tua mente per tutto l'anno... I miei consigli astrologici per un buon anno 2024 secondo il tuo segno zodiacale.

Un buon anno a volte si riduce ad alcuni dettagli e piccoli cambiamenti. 

Grazie a questi consigli, avrai tutte le chiavi per vivere un anno felice e all'altezza delle tue aspettative. 

E per anticipare al meglio gli eventi, dai un'occhiata al tuo oroscopo del 2024.

Per aiutarti ad avere un 2024 felice e prospero, ecco i miei consigli e trucchi per ogni segno zodiacale. 

Tienili in un angolo della tua mente per tutto l'anno...

Trovate il vostro ritmoNel 2024, dimentica la modalità montagne russe! Fai invece una crociera con vista sul successo. Perché affaticarsi in giornate frenetiche? Organizzati meglio: pianifica, delega e, soprattutto, prenditi del tempo per riposare. In questo modo potrai goderti la vita senza inutili grattacapi. Non dimenticare che il benessere passa anche attraverso una buona gestione dello stress. Prenditi il tempo per respirare, meditare e concentrarti. Vedrai, il successo è dietro l'angolo.Per saperne di più, scopri l'oroscopo del Toro 2024.

Un buon anno a volte si riduce ad alcuni dettagli e piccoli cambiamenti. Grazie a questi consigli, avrai tutte le chiavi per vivere un anno felice e all'altezza delle tue aspettative.

 E per anticipare al meglio gli eventi, dai un'occhiata al tuo oroscopo del 2024 https://astrocenter.it/oroscopo/anno/?wl=105&tracker_id=v2_14609


Clicca sul tuo segno zodiacale e scopri i consigli di Lisa Ferri, 

https://astrocenter.it/astrologia/segni-zodiacali/?wl=105&tracker_id=v2_14609  













domenica 26 novembre 2023

Malattie sessualmente trasmesse: perché è ancora importante fare prevenzione

Quando si parla di malattie sessualmente trasmissibili (MST), difficilmente si pensa alla sifilide, troppo spesso ed erroneamente considerata un problema del passato. Con 6,3 milioni di casi all’anno, la sifilide rappresenta invece la terza infezione sessualmente trasmissibile per diffusione a livello mondiale dopo clamidia e gonorrea.

Prevenzione e diagnosi precoce possono fare la differenza: se intercettata per tempo, infatti, la malattia è curabile mentre, senza trattamento, l’infezione progredisce attraverso una serie di stadi, fino a provocare nei casi più gravi conseguenze molto serie.

Cos'e' la sifilide

La sifilide, causata dal batterio Treponema pallidum, può essere trasmessa attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale, compreso quello oro-genitalie, attraverso il contatto con sangue infetto o ancora essere trasmessa dalla madre al feto durante la gravidanza, causando seri problemi al nascituro se non diagnosticata e trattata per tempo. Proprio per questo in Italia viene effettuato lo screening della sifilide in gravidanza.

Quanto è diffusa la malattia

Secondo il rapporto annuale ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), la sifilide colpisce 9 volte di più gli uomini rispetto alle donne, con un picco nella fascia d’età tra i 25 e i 34 anni, e nel 74% per cento dei casi si tratta di uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM). Sono gli stessi dati ECDC a chiarire in maniera inequivocabile come la sifilide sia tutt’altro che un problema del passato: nei 28 Paesi coinvolti nel monitoraggio (Europa e Stati Uniti), infatti, i casi sono costantemente cresciuti tra il 2010 e il 2019, fatta eccezione per un plateau nel 2017 e 2018.

Sifilide: come si manifesta

La sifilide è una malattia complessa, che può evolversi nel corso di molto tempo. Nell’adulto, la patologia attraversa infatti tre diverse fasi. Nella cosiddetta sifilide primaria, tra 10 e 90 giorni dal contagio, compare in genere una lesione cutanea (sifiloma) sulla sede iniziale del contatto, più comunemente nelle zone genitali, ano, gola o bocca.

«Tipicamente –  spiega Leva – si tratta di un rilievo solido della pelle a margini netti, che si ulcera in poco tempo e che non causa alcun dolore. Talvolta sono presenti più lesioni contemporaneamente e possono esserci rigonfiamenti dei linfonodi vicini. La guarigione avviene in 3-6 settimane. In alcuni casi, però, la sifilide può manifestarsi in modi diversi da quelli tipici e può essere difficile riconoscerla».

Sintomi non sempre riconoscibili

Ad esempio – prosegue l’andrologo – uno studio condotto recentemente a Melbourne ha evidenziato che è molto più difficile individuare la fase primaria della sifilide quando le lesioni si sviluppano nell’area anale rispetto a quando compaiono sul pene. Questo può portare a una mancata diagnosi e ad un ritardo nel trattamento. È importante essere consapevoli di questa possibilità e consultare un medico in caso di dubbi o sintomi sospetti. La diagnosi tempestiva e il trattamento precoce sono fondamentali per gestire la sifilide in modo efficace e prevenire complicazioni a lungo termine».

6-8 settimane dopo l’infezione primaria possono comparire invece lesioni arrossate a livello di cute o mucose, che possono essere accompagnate da sintomi come febbre, dolori ossei, disturbi gastrointestinali, alopecia delle sopracciglia, cefalea, perdita di peso e tumefazioni linfonodali diffuse. Se non trattata, l’infezione può ulteriormente proseguire nello stadio latente, asintomatico.

Le conseguenze più gravi

In circa il 20% dei casi non sottoposti a terapia, da 1 a 20 anni dopo la fase primaria, può comparire la sifilide terziaria con noduli che coinvolgono la pelle, gli organi interni (come ossa, fegato, apparato cardiovascolare e encefalo) e i piccoli vasi sanguigni che nutrono la parete dell’aorta. Questo può causare un indebolimento della parete stessa dell’aorta, portando alla formazione di aneurismi.

«È importante notare –  sottolinea Leva – che circa il 10% dei pazienti non trattati possono sviluppare questi aneurismi, che rappresentano una minaccia per la loro vita. Inoltre, la sifilide può anche provocare gravi manifestazioni neurologiche e psichiatriche. Queste manifestazioni possono portare a conseguenze estremamente invalidanti e includono la condizione chiamata neurolue. Circa l’8% dei pazienti non trattati può sviluppare queste gravi manifestazioni neurologiche e psichiatriche. È fondamentale comprendere che la sifilide può avere implicazioni gravi per la salute se non trattata correttamente».

Prevenzione e diagnosi precoce

Come per le altre malattie sessualmente trasmissibili, anche per la sifilide la prevenzione gioca un ruolo fondamentale. In particolare, l’uso del preservativo rimane uno dei metodi più efficaci per prevenire la trasmissione della malattia. Utilizzando correttamente il preservativo durante ogni rapporto sessuale, si può ridurre significativamente il rischio di contrarre e diffondere la sifilide.

«In ogni caso è fondamentale – aggiunge Leva – eseguire regolarmente screening completi per patologie a trasmissione sessuale quando si hanno rapporti occasionali con partner diversi, includendo sempre anche la sifilide poiché la sua modalità di trasmissione multi-modale ne permette la trasmissione anche con i rapporti orali, spesso non protetti».

I test

La sifilide viene principalmente diagnosticata attraverso analisi del sangue. I test diagnostici comunemente utilizzati seguono una sequenza chiamata “test non treponemici – test treponemici” al fine di ridurre i falsi positivi che possono verificarsi con i test non treponemici, causati da infezioni virali o altre condizioni.

L’utilizzo combinato di test non treponemici e test treponemici aiuta i medici a confermare la presenza di sifilide e a distinguere tra le diverse fasi della malattia. «È importante consultare un medico o un professionista sanitario per sottoporsi a test appropriati e ottenere una diagnosi accurata, che consenta di avviare un trattamento tempestivo e adeguato» raccomanda Leva.

La terapia

Dal punto di vista del trattamento, la terapia più comune per la sifilide consiste in iniezioni di penicillina. Tuttavia, nei casidi allergia alla penicillina, può essere utilizzata la claritromicina come alternativa. Il dosaggio e la durata del trattamento dipendono dallo stadio e dalla gravità della malattia. «La prognosi per la sifilide è generalmente buona se il trattamento viene somministrato durante le fasi primaria o secondaria – spiega Leva – prima che si verifichino danni nella fase terziaria della malattia».

Grazie agli avanzamenti nelle tecniche diagnostiche degli ultimi anni, è ora possibile sequenziare il genoma completo del patogeno a partire da campioni prelevati direttamente dai pazienti. Comprendere le differenze genetiche tra i diversi ceppi di batteri circolanti è fondamentale per lo sviluppo potenziale di un vaccino efficace contro la sifilide. Gli studi futuri e gli sforzi di ricerca mirati potrebbero contribuire a progressi nella creazione di un vaccino preventivo contro questa malattia».









sabato 25 novembre 2023

Rocco Ritchie a Milano espone la mostra fotografica dedicata a sua mamma Madonna

Milano, 26 novembre 2022 alle 17.00 Palazzo Reale

Rocco Ritchie: «Non chiamarmi col mio nome»

Nel mondo dell’arte era conosciuto come Rhed. Ma dietro lo pseudonimo si nascondeva Rocco Ritchie, figlio d’arte, artista che presto vedremo a Milano in una performance dal vivo. Qui si racconta per la prima volta.


Il ragazzo non ha mai concesso un’intervista. Ha cambiato nome e scelto di non apparire. «Sono molto orgoglioso della mia famiglia e non rinnego la mia provenienza», racconta. «Ma sono anche stanco di venire giudicato prima ancora di aprire bocca e prima ancora di mostrare quello che faccio». Rocco Ritchie ha 23 anni, dipinge da quando ne aveva 17 e il 26 novembre, con una performance artistica dal vivo, chiuderà la mostra Unveiled dei fotografi Luigi & Iango nell’Appartamento dei Principi di Palazzo Reale, a Milano. Figlio della cantante Madonna e del regista Guy Ritchie, si racconta per la prima volta e in esclusiva a Vanity Fair.

Ha iniziato con il nome d’arte, Rhed. Come e perché l’ha scelto?

«Potrei raccontarle una storia incredibile, invece lo pseudonimo viene da un romanzo che ho letto al liceo, Rhed era uno dei protagonisti. Non c’è un motivo particolare se non la necessità di venir giudicato solo per quello che

faccio e non per la famiglia da cui provengo».


Quando ha iniziato a capire che voleva essere un artista?

«Ho studiato alla Central Saint Martins School e alla Royal Drawing School di Londra. Ho iniziato a prendere sul serio la pittura quando ero adolescente. Sono figlio di quest’era digitale e come tutti mi sono sentito frustrato dalla sua cultura tossica. Ho così imparato a dirottare i miei sentimenti verso la pittura, un mezzo che richiedeva lentezza e studio e non solo velocità e superficialità. E la prima cosa che ho scoperto è stata proprio lo studio dei grandi artisti del Rinascimento».



Quali artisti hanno condizionato la sua formazione?

«Io penso che sia troppo facile guardare a un artista e al suo lavoro per trovare un’ispirazione. E trovo sia anche riduttivo parlare solo di tecnica. Ciò che mi ha appassionato, invece, era studiare come vivevano, di che persone si circondavano, come conducevano le loro esistenze, cosa sceglievano per divertirsi. È la loro vita di tutti i giorni che mi ha ispirato. Per il resto, ho avuto la fortuna di crescere a Londra, dove la proposta di artisti nelle gallerie è incredibile. E se devo fare nomi di artisti che mi appassionano, allora cito alcuni maestri del secondo Novecento come Lucian Freud, Francis Bacon, Frank Auerbach o David Hockney».


Ha debuttato con la sua prima personale giovanissimo, a 18 anni, nel 2018. Com’è stato?

«Devo essere sincero? Fu un po’ uno shock. Produrre per la prima volta una serie di opere, esporle davanti a un pubblico che mi avrebbe criticato. E soprattutto farmi la domanda più importante: ma sono davvero un pittore?».

Ha avuto paura?

«Sì. E ce l’ho ancora. Ce l’avrò sempre. Penso sia umano. E penso che quando tieni davvero a qualcosa allora devi imparare a convivere con la paura di perderla. La mia più grande paura, però, resta il fatto che le persone mi giudichino per chi sono, non per quello che faccio».

Lo fanno ancora?

«Ovvio che sì. E ogni giorno. Fa parte del gioco».

Leggendo alcune considerazioni sul suo lavoro, si parla molto della sua estetica come una reazione al problema della salute mentale della sua generazione…

«Guardi, io non voglio diventare la voce di una generazione. Lo trovo supponente. E forse quello che faccio non è nemmeno così nuovo e qualcuno potrà sicuramente dire che lo puoi trovare già in giro. Ma non è questo che m’importa».

Che cosa le importa allora?

«Quando scoppiò la pandemia avevo solo 19 anni. A quell’età la vita ti porta eccitazione, curiosità, voglia di scoprire. E invece io, come tutti gli altri, mi sono ritrovato chiuso, fermo. Non posso certo lamentarmi della mia famiglia o della casa dove vivevo. So di essere un privilegiato. Ma per quel che mi riguarda, fu un momento difficile, un momento buio. La pittura mi aiutò a uscirne. Chiudermi nel mio studio, ascoltare la musica, dipingere. Giorno dopo giorno. E costruire qualcosa che non fosse veloce e invisibile come tutto quello che vediamo sui nostri smartphone. La pandemia, quella solitudine mi hanno portato ancora di più verso la pittura e mi hanno fatto capire che c’è una via d’uscita più umana, più sostenibile, più lenta e quindi più solida alla velocità dell’era digitale».

Mi permetta di farle una domanda sui suoi genitori. Che cosa ha imparato da loro?

«Sono due persone equamente diverse e simili. Però ci sono due cose che li accomunano e che mi hanno insegnato. La prima è l’etica del lavoro. Ovvero: lavora, lavora, lavora, lavora. E poi ricomincia da capo. China la tua testa su quello che fai, su quello che ami fare. E poi lavora, lavora e lavora ancora. La seconda è: sii sempre la persona più umile nella stanza. Ascolta, impara da chi è più anziano e da chi è più saggio di te. E non pensare mai di sapere qualcosa, non pretendere di averla già vista almeno finché non avrai almeno dieci o meglio vent’anni d’esperienza in quel campo».

Come sarà la performance che farà a Palazzo Reale a Milano?

«Sarà la mia prima performance dal vivo. E sarà un prolungamento di queste fotografie, un lavoro artistico iniziato con Luigi & Iango un anno fa. Spero sarà un altro pezzo da aggiungere alla lenta e lunga formazione della mia poetica».

DI SIMONE MARCHETTI

Vanity Fair






Madonna infiamma Milano


Tantissimi gli estimatori vip di Madonna che non si sono voluti perdere il primo dei due concerti italiani (l’altro è in programma il 25 novembre, sempre al Forum). 

Da Elodie ad Angelina Mango, passando da Mahmood e Gigi Buffon, fino a Marco Mengoni, che ha anche immortalato alcuni dei momenti più belli della serata con alcune stories su Instagram.

 E nella capitale della moda, non potevano mancare i nomi degli stilisti che più e più volte hanno vestito Madonna: Stefano Gabbana, Giorgio Armani e Donatella Versace.


 Donatella Versace festeggia il compleanno su red carpet del Met Gala 2023

Lo show con Donatella Versace

Proprio la direttrice creativa della maison della Medusa è stata protagonista di una scenetta a dir poco trasgressiva insieme a Madonna. 

Salita sul palco, Donatella Versace si è accomodata su una sedia accanto alla popstar e ha assistito con l’amica a una sfilata di ballerini proprio di fronte a loro. 

Questi indossavano una serie di outfit glamour e scenografici, tra catsuit aderenti e ridotte ai minimi termini, e mini-dress di cristalli.


Alcuni di loro si sono accostati alle due con mosse sensuali, il tutto sulle note di Vogue. Alla fine, Madonna e la stilista hanno alzato dei cartelli per assegnare dei voti agli outfit dei ballerini. 

D’altronde da una delle artiste più trasgressive di sempre, non ci si poteva attendere niente di meno. 







mercoledì 22 novembre 2023

Gelosia: male incurabile o difesa dall'angoscia?

Chi ne soffre o chi la subisce vorrebbe liberarsene, ma non è così semplice: la gelosia svolge una funzione naturale e non può essere eliminata a piacimento: che fare?


Il dizionario riporta che la gelosia è un "sentimento di dubbio ansioso di chi ha paura che ciò che ama gli venga sottratto"; provoca avversione verso chi è (o ci sembra) preferito a noi e il suo nome deriva dal termine greco "zelos" e significa "spirito di emulazione". La gelosia patologica è dunque competizione spinta all'eccesso.


Gelosia: che cos'è veramente

Ciò che il dizionario non dice è che la gelosia eccessiva spesso distrugge i rapporti, può indurre comportamenti violenti sia fisici che mentali e fa soffrire tremendamente chi la prova. In altre parole non è in sé una malattia psichica ma un segnale importante di una psiche sofferente che andrebbe aiutata. Si può paragonare la gelosia a quel che prova un animale affamato cui si cerca di sottrarre il cibo o che teme di poterlo perdere: lo difende con aggressività, lo nasconde, cerca di allontanare chiunque potrebbe impadronirsene.


L'uomo è, a livello istintuale, un animale e perciò conserva in buona parte il retaggio per cui il paragone tra cibo e gelosia è calzante: in effetti l'animale-uomo si ciba della persona di cui è geloso, almeno psicologicamente, in una sorta di vampirismo affettivo. Gli serve per occultare l'inadeguatezza, spesso inconscia, che nasconde a sé stesso. Mantenere il possesso ed essere per questo considerato potente e socialmente accettabile cela aggressività e una rabbia profonda e ingombrante verso la propria inadeguatezza, originata da molte circostanze culturali o personali, che hanno segnato direttamente la percezione di sé stesso e della realtà.

La gelosia ha molti volti

Per questo l'uomo (o la donna) che vuol mantenere sotto controllo il partner cerca perennemente di allontanare o eliminare ogni rivale reale o immaginario e ciò comprende anche il voler controllare il carattere e le relazioni del soggetto per il quale si prova gelosia, a volte fino al punto di volerne indirizzare gusti e fantasie: così chi è geloso divora il partner per alimentare un malinteso senso di potenza e di sazietà psichica. Occorre ricordare che si può essere gelosi anche di un oggetto che, se risiede nella zona di dominio affettivo, non si tollera possa essere usato o possa entrare in possesso di altri... Ma si è gelosi anche di un figlio o persino di un animale domestico: un cane cui si è affezionati e che fa troppe feste ad estranei, alimenta rabbia e gelosia, indispettisce perché sembra sia uscito dall'area di possesso personale ed abbia quindi in un certo senso tradito il suo padrone. In effetti assomiglia tanto al "non avrai altro Dio all’infuori di me".

La gelosia non parla dell'altro, ma di te

Il geloso proietta una parte di sé stesso sulla persona amata (oppure sull'oggetto posseduto) e non può tollerare che gli venga alienata o sottratta anche solo temporaneamente o persino mentalmente. Da qui tanti processi alle intenzioni, ai desideri dell'altro. Detto questo, è importante sapere che:


Un certo grado di gelosia è presente in tutti e ciò rientra nella normalità;

la persona patologicamente gelosa soffre molto ma fa anche soffrire molto il partner;

chi è geloso tendenzialmente non modifica il proprio comportamento, neanche se questo può fargli perdere la persona amata; non si cessa di essere gelosi con la volontà.

chi è geloso patologicamente non vuole la felicità dell'altro ma cerca di instaurare un'unione in cui l'altro viene 'cannibalizzato' e privato di autonomia e libertà;

la persona iper gelosa è capace - e purtroppo lo vediamo dalle cronache - di violenza fisica ("se non ti posso avere io non ti deve avere più nessuno") e deve quindi venire indirizzata a un percorso psicoterapeutico in grado di restituirle libertà emotiva e un migliore equilibrio.

Se la gelosia è sessuale - e in gran parte dei casi di questo si tratta - è opportuno che si valuti bene la personalità del partner prima di arrivare all'intimità poiché dopo è pericoloso tirarsi indietro; la personalità patologicamente gelosa non conosce la rassegnazione, anche a rapporto finito può arrivare a perseguitare l'ex ma anche rivolgere contro la propria persona tutta la frustrazione che prova.

La gelosia patologica, pur esprimendosi, in comportamenti dolorosi e psicologicamente disturbanti, può essere curata e guarita. Chi ne soffre ed è consapevole di questa limitazione, dovrebbe recarsi da uno psicoterapeuta per chiarire il senso dei propri comportamenti ed essere restituito a una vita più piena e più soddisfacente: che senso ha soffrire e far soffrire se la causa è dentro noi stessi e può essere modificata? Basta essere consapevoli che non servono enormi sforzi mentali né occorre impiegare la volontà ma occorre accettare di farsi aiutare.


A MILANO IL 23 - 25 NOVEMBRE 20023 AL FORUM DI ASSAGO: M A D O N N A








martedì 21 novembre 2023

Le regole d'oro per difese immunitarie

Prendersi cura delle difese immunitarie e renderle davvero efficienti si può: basta agire per tempo e seguire qualche regola molto semplice da applicare.


Ti ammali facilmente? Sei spesso raffreddata? Soffri di infezioni croniche e ricorrenti? Hai uno stile di vita stressante e frenetico? Dormi meno di 7 ore a notte? Se la risposta è sì, il sistema immunitarioè a rischio. È arrivato il momento di fare qualcosa. Diversi organi, globuli bianchi e anticorpi compongono un "esercito" invisibile addestrato a proteggere la nostra salute. Innescando la risposta immunitaria innata riconoscono potenziali nemici e ciò che potrebbe compromettere il nostro benessere ed entrati in contatto con un microrganismo sconosciuto lo neutralizzano e ne conservano memoria per gli attacchi futuri, innescando così la risposta immunitaria acquisita. Ecco perché quando le difese immunitarie sono al top raffreddori e influenzesono messi all’angolo, e anche tossine, cellule malate e residui di cellule morte non trovano spazio nell’organismo e vengono eliminate.


Dieta sbagliata, sovrappeso e stress: i veri nemici del sistema immunitario

Nel tempo il sistema immunitario può essere messo ko da una serie di fattori che tendiamo a trascurare. Una dieta povera di vegetali, legumi semi e cereali integrali espongono l’organismo a carenze di vitamine e minerali, spesso non evidenti ma sicuramente dannose. Attenzione anche agli eccessi di zuccheri, di proteine o grassi che riducono drasticamente l’efficienze delle difese immunitarie. A livello fisico, sovrappeso e colesterolo alto rendono meno efficiente il sistema immunitario perché i globuli bianchi sono meno reattivi e i grassi nel sangue compromettono la capacità di rispondere alle infezioni. A livello psicologico, invece, è ben noto il ruolo dello stress e del cattivo umore nel ridurre la capacità dell’organismo di rispondere agli attacchi infettivi.


5 regole per non ammalarsi più

La salute inizia nell’intestino… e a tavola! Esistono cibi che se presenti in un regime alimentare regolare, sano ed equilibrato possono riportare in equilibrio le nostre difese e altri che agiscono da veri e propri antibiotici. Non facciamoceli mai mancare!


La prima regola  è mangiare ogni giorno un alimento arancione, naturalmente ricco di vitamina A e carotenoidi. Via libera a zucca, carote, peperoni, patate dolci, ma anche, quando è stagione, a pomodori, meloni, albicocche e anguria. Questi alimenti contengono sostanze preziose che proteggono tessuti e mucose, favoriscono la crescita del numero delle cellule che combattono le infezioni, supportano l’azione dei linfociti T e favoriscono la riduzione dei radicali liberi. Questi vegetali associati a una verdura a foglia verde e a una piccola dose di grassi buoni preservano al meglio i carotenoidi nell’organismo.

La seconda regola è cuocere il meno possibile perché la vitamina C, sostanza indispensabile per la salute, è sensibile al calore e le lunghe cotture la danneggiano. Prediligiamo, quindi, alimenti di stagione crudi o poco cotti, meglio al vapore.

La terza è bere acqua, ma anche té in abbondanza: per due settimane, 5 tazze al giorno, meglio quello verde e assunto nella prima della giornata, sembrano quadruplicare la forza del sistema immunitario.

La quarta regola è condire con il timo, pianta aromatica, da aggiungere a fine cottura, che contiene un potente olio antisettico, dall’azione antibiotica e antivirale e conolio di lino a freddo, ricco di acidi grassi Omega 3 e 6 in grado di contrastare i malanni di stagione.

Quinta, e ultima, regola per aumentare la produzione di anticorpi è gustare i funghi “medicinali” come leccini, cantarelli, pinaroli, pleuroti, shiitake e ganoderma  che contengono betaglucani. 










Troppo zucchero rovina il sonno: corri ai ripari così


 Che cosa accade nel corpo se consumi troppi zuccheri

Quando assumiamo molto zucchero o cibi dolci, i livelli di glucosio nel sangue salgono. A questo momento di picco seguono delle fasi di carenza, che spingono l’organismo a chiedere ancora più zucchero. Quando la glicemia è alta, il pancreas produce insulina, che “ripulisce” il sangue dall’eccesso di zucchero distribuendolo alle cellule, che così ottengono energia. Per questo assumere troppi zuccheri, specialmente nella seconda parte della giornata, ci sovrastimola: ci dà più forza di quanta ce ne serva e di quanta ne possiamo “bruciare”, visto che ci avviamo alla fase di riposo notturno e al momento della giornata in cui il metabolismo è più lento. Di conseguenza il sonno sarà meno profondo, intermittente, più irrequieto. Inoltre il glucosio, per essere assimilato, richiede la presenza di magnesio, minerale che però è indispensabile per rilassarsi e dormire bene: se scarseggia, il riposo notturno ne risente.


Vai a dormire due ore dopo cena

Per assicurarsi una notte serena, i nutrizionisti consigliano di andare a dormire digiuni da almeno due ore: mettersi a letto mentre il processo digestivo è in corso non è una buona scelta. E se la voglia di zuccheri serale si fa intensa, previenila cenando con alimenti ricchi di fibre, come cereali integrali, legumi e verdure di stagione. Le fibre rilasciano glucosio molto lentamente e riducono così i picchi di fame.


Triptofano, antidoto naturale allo zucchero in eccesso

Un ottimo alleato del sonno è il triptofano, che agisce sulla sintesi di melatonina e serotonina, ormoni responsabili del rilassamento. Troviamo il triptofano in alimenti proteici, come uova, latticini, pesce, carni bianche, legumi (meglio decorticati, come le lenticchie) e cereali. La combinazione tra alimenti proteici e carboidrati complessi come riso integrale, farro, avena, orzo e derivati, insieme alle verdure, aiuta la digestione. Non bisogna pensare solo a quello che si mangia prima di andare a dormire. La qualità del sonno dipende da ciò che si è introdotto nel corpo nelle ultime 48 ore. È importante distribuire gli alimenti in modo equilibrato nei pasti della giornata. Già a colazione dobbiamo avere un buon apporto proteico, ad esempio grazie a uno yogurt con semi e frutta secca oppure a un cucchiaio di ricotta con marmellata e noci. A pranzo bisogna bilanciare bene fibre, proteine e carboidrati. Mangiare bene e al momento giusto durante la giornata aiuta a non dover ricorrere a caffeina e altri stimolanti e soprattutto assicura veri sogni d’oro.


Servono almeno 7 ore di riposo a notte

Dormire male e mangiare male sono due fattori di rischio per la nostra salute e spesso si “rincorrono”. Da una parte una dieta squilibrata influenza negativamente il riposo notturno, dall’altra una notte irrequieta lascia scarichi di energie e desiderosi di cercare negli zuccheri semplici o nelle bevande stimolanti un’iniezione di vitalità. Un adulto ha bisogno di almeno 7 ore di sonno a notte: scendere sotto questa soglia può minare il benessere psicofisico.



MADONNA 23 E 25 NOVEMBRE 2023
MILANO FORUM DI ASSAGO








lunedì 20 novembre 2023

Violentometro

 Violentometro

Anche la violenza si misura.

Il violentometro è una griglia ordinata in maniera crescente che consente di "misurare" il grado di violenza di genere perpetrata su un individuo. Alle base ci sono gli insulti, a metà lo stalking e, al termine, la violenza fisica fino all'omicidio.


È uno strumento importante che porta alla comprensione e all'autoconsapevolezza. La lettura stimola anche la sensibilità di chi è vicino a persone che si trovano in condizioni di pericolo. Occorre ricordare che spesso la violenza psicologica è l'anticamera della violenza fisica.





MADONNA 23 E 25 NOVEMBRE 2023
MILANO FORUM DI ASSAGO